Dio: l'inefficienza efficace
Vi siete mai resi conto di quanto sia disorganizzata la storia del Natale?
Certo che Dio è inefficiente!
Per entrare nel mondo, per farsi uomo sceglie:
Incomprensibile!
Eppure...
In qualche modo funziona...
In modi strani, complicati, a tratti incomprensibili il Natale tocca più persone che la Pasqua.
Peccato, strano, difficile da capire.... Non possiamo vivere da Cristiani senza la Pasqua. Eppure è il Natale a toccare in qualche modo anche i "lontani".
Questo bambino che nasce è universale, suscita tenerezza (della quale papa Francesco ci invita a non avere paura), sentimenti materni e paterni. I neonati piacciono a tutti anche se in realtà, almeno nei primissimi giorni, sono proprio un po' bruttini; con loro vincono le emozioni, i sentimenti, possiedono la capacità di "rimbambirci" un po' tutti. Le vocine, il solletico, i vezzeggiativi sono testimoni di questa attenzione particolare.
Approfittiamo allora di questa attrazione quasi naturale per questa festa e trasformiamola in occasione di crescita. La tenerezza, l'attenzione per l'altro, il desiderio di bene non sfoci nei dolciastri e stucchevoli "a Natale siamo tutti più buoni" ma possa contagiare la quotidianità, quella normalità, un po' inefficiente ma estremamente efficace, che Dio ha scelto per farsi presente all'umanità.
Certo che Dio è inefficiente!
Per entrare nel mondo, per farsi uomo sceglie:
- Tempo sbagliato.
- Luogo sbagliato.
Dai racconti della Bibbia in poi la terra di Canaan, la Palestina non sembra affatto essere un luogo calmo e pacifico... Gli Stati Uniti, secoli dopo, sarebbero stati sicuramente più adatti, un palcoscenico più visibile.
- Procedura sbagliata.
Incomprensibile!
Eppure...
In qualche modo funziona...
In modi strani, complicati, a tratti incomprensibili il Natale tocca più persone che la Pasqua.
Peccato, strano, difficile da capire.... Non possiamo vivere da Cristiani senza la Pasqua. Eppure è il Natale a toccare in qualche modo anche i "lontani".
Questo bambino che nasce è universale, suscita tenerezza (della quale papa Francesco ci invita a non avere paura), sentimenti materni e paterni. I neonati piacciono a tutti anche se in realtà, almeno nei primissimi giorni, sono proprio un po' bruttini; con loro vincono le emozioni, i sentimenti, possiedono la capacità di "rimbambirci" un po' tutti. Le vocine, il solletico, i vezzeggiativi sono testimoni di questa attenzione particolare.
Approfittiamo allora di questa attrazione quasi naturale per questa festa e trasformiamola in occasione di crescita. La tenerezza, l'attenzione per l'altro, il desiderio di bene non sfoci nei dolciastri e stucchevoli "a Natale siamo tutti più buoni" ma possa contagiare la quotidianità, quella normalità, un po' inefficiente ma estremamente efficace, che Dio ha scelto per farsi presente all'umanità.
BUON NATALE
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