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Visualizzazione dei post da gennaio, 2024

Gesù non vince l'Oscar per gli effetti speciali.
IV Domenica anno B

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 Dt 18,15-20; Sal 94; 1Cor 7,32-35; Mc 1,21-28 Il Vangelo di oggi chiude una lunga questione che nasce addirittura ai tempi di Mosé. Il popolo che era nel deserto in occasione dell'Esodo, dopo che erano fuggiti dall'Egitto e attraversato il Mar Rosso, ha avuto l'occasione di entrare e stare in contatto diretto con Dio. Ma l'apparizione di Dio in mezzo a fulmine, saette, fuoco ecc. incute timore al popolo che manda avanti Mosé, proprio come si fa quando si spinge in avanti qualcuno al proprio posto, smarcandosi e tirandosi indietro. Il popolo scelse di avere un mediatore, qualcuno che stesse in mezzo, che facesse da ponte. Poi nel Deuteronomio, (l'ultimo libro del pentateuco, la Torah), nel brano che abbiamo ascoltato come prima lettura, sentiamo che Dio promette che arriverà un tempo in cui ci sarà qualcuno che sarà quel mediatore definitivo, che dirà tutte le Parole, che parlerà definitivamente in nome di Dio.  

Spaziotempo oppure Spazio e Tempo? Conta l'incontro!
III Domenica anno B

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Gio 3,1-5.10; Sal 24; 1Cor 7,29-31; Mc 1,14-20 Tempo e spazio: due concetti fondamentali per noi per comprendere il mondo e la vita. Due concetti che secondo la Teoria della Relatività Ristretta di Einstein sono in realtà parte di un unico schema dell'universo, in cui il tempo è la quarta dimensione delle tre spaziali che ben sappiamo percepire. Ma a noi interessa la percezione umana delle cose e noi usiamo tempo e spazio come categorie fondamentali e separate per conoscere la realtà. Sappiamo situare un'oggetto nello spazio e sappiamo che la sua posizione oltre ad essere oggettiva è anche relativa alle altre, il suo essere davanti, dietro, sopra sotto dipende dal punto di osservazione. Pensiamo alle stelle: noi immaginiamo le costellazioni perché vediamo le stelle in quella posizione del nostro punto di vista relativo e magari le stesse sono lontane miliardi di anni luce le une dalle altre. Per il tempo l'esperienza non è molto diversa: sappiamo situare gli eventi in

Vocazione: un corteggiamento di sguardi
II Domenica anno B

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1Sam 3,1-10.19-20; Sal 39; 1Cor 6,13c-15a.17-20; Gv 1,35-42   Giovanni racconta gli incontri con i primi di scepoli di Gesù come un continuo gioco di sguardi. Non è molto diverso da un percorso di corteggiamento in cui lo sguardo è uno dei più importanti linguaggi non verbali. Già da lontano fissare qualcuno ma poi distogliere gli occhi quando gli sguardi si incrociano... cercare qualcuno in mezzo alla gente, osservare dell'altro movimenti, volto, posizioni, mani, bocca... Uno sguardo che vaga nell'ambiente è molto diverso da uno sguardo fisso, ovunque esso si diriga. Nel corteggiamento può esserci un ''giocare a nascondino'' con gli sguardi che evitano di incrociarsi per più di qualche istante, oppure un provocare, giocare anche sull'imbarazzo tenendo fisso lo sguardo. La narrazione di questi primi incontri tra Gesù e i discepoli, che saranno poi gli apostoli, ci affida una dinamica molto simile a quella del corteggiamento, dove non è del tutto chiaro