Stupore e meraviglia
Un numero cercato a caso nell'elenco, indovinato nella previsione della busta; un disegno colorato da uno sconosciuto insospettabile, identico all'originale della busta nascosta; jonglage con palline, diablo e altro; giochi con le carte; risoluzione rapida o bendato del cubo di Rubik... Tutto inserito in un ambiente simpatico, rilassato, accattivante, contraddistinto da un'ottima capacità di animazione.
Negli occhi di tutte le persone del pubblico si può leggere "ma come ha fatto?", "ma come fa?". Quasi tutti cercano il trucco, immaginano mille possibili manipolazioni da prestigiatore, qualcuno ricerca anche possibili inganni, a cui lui stesso fa riferimento ridendo e scherzando. Ma alla fine del numero, alla fine della serata ciò che resta è veramente un sentimento di stupore e meraviglia, un sorriso che nasce dal sentirsi complici di uno spettacolo, dall'accettazione di essere il "soggetto debole" della relazione che nasce in questo incontro.
Il mio sorriso nasce anche dal conoscere Federico da molti anni, siamo cresciuti in qualche modo insieme a Neggio, pur avendo qualche anno di differenza. Ricordo l'inizio del suo avvicinarsi al mondo della magia che poi si è concentrato sul mentalismo. Credo di essere stato tra le prime cavie, esterne alla sua famiglia, per i primi trucchi con le carte che mi proponeva nella sagrestia della chiesa di Neggio prima delle Messe domenicali.
Da abituale "scettico" sono tra quelli che in ogni numero cerca il trucco o la tecnica utilizzata, di uno o due posso dire con un po' di orgoglio di averne intuito qualcosa, ma chissà che non sia anche questa un'illusione parte dello spettacolo. Il mio ego è sicuramente appagato dal sentirsi anche solo un poco più "furbo" della media della platea e partecipe in qualche modo dei segreti del loro stupore e della loro meraviglia.
Stupirsi, lasciarsi meravigliare sembra diventato sempre più difficile, tutto già visto, tutto già provato, tutto già sperimentato, ma in verità ci basta poco per tornare sensibili alle meraviglie della natura: un cielo stellato, un fuoco crepitante, il panorama che si gode da una vetta conquistata, una luna piena luminosa, uno scorcio di mondo per noi ancora sconosciuto.
Per Albert Einstein "chi non riesce più a provare stupore e meraviglia è già come morto e i suoi occhi sono incapaci di vedere". Per non "morire", per avere un futuro, dobbiamo metterci alla scuola della meraviglia e dello stupore, in fondo si tratta solo di toglierci di dosso una certa patina un po' impermeabile al mondo... ringraziando tutti coloro che sono capaci ancora di insegnarci stupore e meraviglia.
Grazie Federico!
E grazie a tutti gli artisti che nei vari loro campi ci fanno da maestri.
Si tratta di Federico Soldati, "mentalista" ben conosciuto in tutto il cantone e anche nella vicina penisola e da qualche settimana anche presentatore del "Rompiscatole" alla nostra RSI.
La sua attività, le sue serate, i suoi spettacoli lasciano a bocca aperta grandi e piccini. I "trucchi" che lui presenta (ma lui non li chiama trucchi...) sono capaci di suscitare stupore e meraviglia.
La sua attività, le sue serate, i suoi spettacoli lasciano a bocca aperta grandi e piccini. I "trucchi" che lui presenta (ma lui non li chiama trucchi...) sono capaci di suscitare stupore e meraviglia.
Negli occhi di tutte le persone del pubblico si può leggere "ma come ha fatto?", "ma come fa?". Quasi tutti cercano il trucco, immaginano mille possibili manipolazioni da prestigiatore, qualcuno ricerca anche possibili inganni, a cui lui stesso fa riferimento ridendo e scherzando. Ma alla fine del numero, alla fine della serata ciò che resta è veramente un sentimento di stupore e meraviglia, un sorriso che nasce dal sentirsi complici di uno spettacolo, dall'accettazione di essere il "soggetto debole" della relazione che nasce in questo incontro.
Il mio sorriso nasce anche dal conoscere Federico da molti anni, siamo cresciuti in qualche modo insieme a Neggio, pur avendo qualche anno di differenza. Ricordo l'inizio del suo avvicinarsi al mondo della magia che poi si è concentrato sul mentalismo. Credo di essere stato tra le prime cavie, esterne alla sua famiglia, per i primi trucchi con le carte che mi proponeva nella sagrestia della chiesa di Neggio prima delle Messe domenicali.
Da abituale "scettico" sono tra quelli che in ogni numero cerca il trucco o la tecnica utilizzata, di uno o due posso dire con un po' di orgoglio di averne intuito qualcosa, ma chissà che non sia anche questa un'illusione parte dello spettacolo. Il mio ego è sicuramente appagato dal sentirsi anche solo un poco più "furbo" della media della platea e partecipe in qualche modo dei segreti del loro stupore e della loro meraviglia.
Stupirsi, lasciarsi meravigliare sembra diventato sempre più difficile, tutto già visto, tutto già provato, tutto già sperimentato, ma in verità ci basta poco per tornare sensibili alle meraviglie della natura: un cielo stellato, un fuoco crepitante, il panorama che si gode da una vetta conquistata, una luna piena luminosa, uno scorcio di mondo per noi ancora sconosciuto.
Ma anche l'uomo sa ancora stupire con le sue opere e il suo comportamento: le grandi imprese scientifiche, la medicina, le tecnologie; un incontro di ragazzi al campo scout, le migliaia di giovani in preghiera sulla spiaggia di Rio, una lettera inaspettata, giovani sposi che si dicono il sì in un giorno di festa in mezzo a parenti e amici.
Per Albert Einstein "chi non riesce più a provare stupore e meraviglia è già come morto e i suoi occhi sono incapaci di vedere". Per non "morire", per avere un futuro, dobbiamo metterci alla scuola della meraviglia e dello stupore, in fondo si tratta solo di toglierci di dosso una certa patina un po' impermeabile al mondo... ringraziando tutti coloro che sono capaci ancora di insegnarci stupore e meraviglia.
Grazie Federico!
E grazie a tutti gli artisti che nei vari loro campi ci fanno da maestri.
Bravo,
RispondiEliminabell'articolo.
Un saluto
ALE
Bravo sore!!!!!
RispondiEliminaGaia