Il "retrocasa" di Amsterdam
Sul nostro palco la sua disposizione non ricalcava molto fedelmente
la realtà originale del ‘retrocasa’. Il nostro salotto, la cucina posta a
fianco e le ampie scale che portavano vagamente ‘di sopra’ non
corrispondono ai sei piccoli locali, disposti su tre piani, collegati da
ripide e strette scale, abitati da Anna e gli altri 7 ospiti per più di
due anni. Qualcuno di noi si era studiato così bene la materia da avere
in chiaro quasi centimetro per centimetro gli spazi della casa sul
retro della Opekta di cui Otto fu direttore. Circa la metà della nostra
‘troupe’ (attori e tecnici) ha potuto a fine giugno essere ad Amsterdam a
visitare proprio gli spazi di Prinsengracht 263. Al nascondiglio si
arriva dopo un percorso introduttivo museale che attraversa gli spazi
della ditta fino a giungere alla porticina nascosta dalla scaffalatura.
L’introduzione dell’audioguida ci ha riportato a tante frasi dei
protagonisti che sul nostro palco hanno raggiunto il pubblico attraverso
la nostra voce, strano sentirle registrate in italiano da voci diverse.
Differenti gli spazi, altre le voci, ma identica la sensazione di aver
sfiorato la Grande Storia ... di aver ricevuto in dono un testo
straordinario, sia l’originale sia il nostro adattamento, che non ci
appartiene ma che è entrato (e rimarrà) in modo straordinario nelle vite
di ciascuno, una storia della quale ci sentiremo sempre partecipi.
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