Il servizio: temperatura della fede
V Domenica anno B

Gb 7,1-4.6-7; Sal 146; 1Cor 9,16.22-23; Mc 1,29-39


Serve un Dr. House per l’anima, per lo spirito, per l’interiorità, per la fede. La serie tv medical in onda alcuni anni fa, raccontava di un fantomatico reparto di diagnostica in cui Gregory House, medico brillante e intuitivo quanto misantropo, sulla base dei sintomi e delle storie dei pazienti, diagnosticava le peggiori e più strane malattie, salvandoli da morte certa. Del corpo siamo diventati molto bravi a riconoscere i segnali, le malattie sono relativamente facili da diagnosticare e per molte abbiamo anche disponibile una o più cure. Una febbre come quella della suocera di Pietro è un sintomo chiaro di malattia fisica, che costringe a letto, impedisce qualunque tipo di relazione, immobilizza l’umanità della donna. Nel Vangelo Gesù la guarisce senza tante storie, la prende per mano, la risolleva. Il risultato della ritrovata relazionalità e il suo mettersi a servizio. 
“Essere sani”, essere guariti umanamente secondo il Vangelo significa essere aperti all’altro, disponibili nei suoi confronti, reattivi ai bisogni e alle necessità. Ciò significa che invece quando la nostra umanità è febbricitante, ammalata ci ritroviamo chiusi su noi stessi, autocentrati, egoisti. L’altro non è più qualcuno da aiutare e sostenere ma un nemico o, se va bene, uno sconosciuto che ci è indifferente. 
Diagnosticare le malattie dell’anima e dello spirito è molto più difficile che farlo per il corpo, i sintomi sono più subdoli e sfuggenti, si nascondono nelle logica del mondo, si mimetizzano nelle abitudini che riteniamo essere quelle di tutti. Non c’è una temperatura dell’anima facilmente misurabile. C’è però un “Dr. House” che ci stana, che riconosce subito le nostre menzogne, che dai nostri sintomi riconosce la malattia e ci indica anche la cura. Questo “medico delle anime” però non è misantropo ma follemente innamorato della nostra umanità tanto da farne parte, da assumerla e farsi uomo tra gli uomini. Da soli siamo letteralmente incapaci di diagnosticarci le malattie spirituali che ci incatenano al nostro peccato, alle nostre paralisi relazionali. Guardando a Cristo e al Vangelo invece siamo messi davanti alla Verità e solo così scopriamo che possiamo lasciarci prendere per mano come la suocera e riscoprire il servizio come temperatura della nostra fedeltà al Vangelo.  





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