Diecimila passi
Diecimila passi al giorno. È il quantitativo minimo di movimento/camminata che l'Organizzazione Mondiale della Salute, raccomanda da ormai tanti anni di fare ogni giorno. Diecimila passi da fare preferibilmente insieme, di fila ma che vanno bene anche se spalmati lungo tutto l'arco della giornata, senza pressioni, ma rimanendo attivi. Camminare è la più semplice delle attività fisiche e regala benefici contro ipertensione, sovrappeso, diabete, stress.
Che questo camminare questi passi siano salutari, importanti è abbastanza chiaro a tutti. Non è però poi detto che questi passi li facciamo… e li facciamo tutti i giorni. Sul telefonino abbiamo o possiamo aver app che aiutano a monitorare, a contare a verificare, ma senza la scelta e la decisione personale servono a ben poco.
E fin qui parliamo di benessere fisico, che si può misurare, controllare. Parliamo di qualcosa di esteriore che può essere più o meno verificato. Ma come la mettiamo se proviamo a spostarci su un piano diverso, anche solo metaforico. Pensiamo al cammino della vita, non entriamo ancora nello specifico della spiritualità e della fede. Quanti passi al giorno facciamo per mantenere in salute il cammino mentale, sociale, personale della vita? E quanti sono diecimila passi? Bastano diecimila passi al giorno? Come li posso misurare? Temo proprio non esistano app per questo, non è possibile avere un riscontro oggettivo seppur parziale. Eppure essere in cammino è indispensabile. Anche dal punto di vista spirituale, dal punto di vista della fede.
«Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce» è il primo annuncio biblico e liturgico del Natale. Ogni anno il profeta Isaia ci ripete queste parole. Pur essendo nelle tenebre possiamo vedere una luce, una grande luce, ma solo se siamo in cammino. Questa notte più di tante altre notti e giorni vede in cammino tutti o quasi. Maria e Giuseppe hanno percorso i 150 km che separano Nazaret da Betlemme. Gli angeli sono in cammino per portare ai pastori l'annuncio della gloria di Dio che si rende visibile nella mangiatoia. I pastori iniziano un cammino per scoprire quel grande mistero. Da qualche parte lontano sono in cammino i magi spinti dalla stessa ricerca. Sono in cammino i personaggi del presepe nella Collegiata di Balerna, preparato dai bambini e dalle mamme all'Oratorio. Personaggi quasi invisibili, con il fil di ferro, che quest'anno occupano tre cappelle laterali proprio per mostrare questo camminare. Siamo in cammino tutti noi, per lo meno in uscita dalle nostre case, per raggiungere la chiesa, una delle tante o poche volte. Abituati a percorre la strada ogni settimana oppure per quell'unica occasione speciale che però non ci facciamo mancare.
È o non è un bel camminare? Lo fu quell'unica notte per i pastori, che «se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto»
Andarono e tornarono…
Oggi a Roma tra pochi minuti papa Francesco aprirà la Porta Santa per dare inizio al Giubileo il cui motto è ''Pellegrini di speranza''. Il pellegrino è il miglior camminatore. Quello che non sta vagabondando a caso, quello che non fa un'escursione da una cima all'altra, da un obiettivo all'altro, il pellegrino è colui che ha davanti a se chiara la meta.
Essere pellegrini di speranza è camminare verso la meta che è Cristo, incontro a lui nella mangiatoia di Betlemme, per incontrarlo nel silenzio e nella vita nascosta di Nazaret, per ascoltarlo sulle rive del lago di Galilea, per lasciarci nutrire dal pane che pur poco nutre a migliaia, per salire con Lui a Gerusalemme, per vivere la sua e nostra Pasqua. Essere pellegrini di speranza è compiere ogni giorno i diecimila passi. È scoprire insieme come poterli contare, è avere il desiderio di farli e di contarli. Quando si inizia, poi si scopre che non è così difficile farli, quando impariamo a contarli, abbiamo voglia di farli e farne sempre di più, ci viene voglia di essere fedeli all'impegno. Passi ogni giorno che smettono di essere troppi, smettono di essere tanti, diventano facili, necessari, attesi, sperati.
Con una importantissima differenza nei confronti dei diecimila passi dell'OMS: quelli si possono fare in qualunque modo, anche girando in cerchio, anche facendo a vanti e indietro sulla stessa stradina, anche girando attorno al tavolo o al divano di casa. Quelli conta farli. Questi, i passi della vita, i passi dello Spirito, i passi della fede non possono essere i passi di un vagabondo, ma devono essere i passi del pellegrino. Ascoltiamo gli angeli, guardiamo la stella, lasciamoci attrarre da quel bambino nella paglia della mangiatoia, camminando con lui non ci spaventerà nessuna croce.
Commenti
Posta un commento
I commenti sono sottoposti a moderazione, prometto di essere il più tempestivo possibile nella loro pubblicazione.
;-)