Le pagine della nostra vita

 

"Le pagine della nostra vita" di per sé è il titolo di un romanzo di Nicholas Sparks, è anche il titolo di un film del 2004 tratto proprio dal romanzo.
Ma è un bellissimo titolo per il presepe che quest'anno i bambini dell'oratorio di Balerna hanno preparato per la nostra chiesa, per il battistero.

Nel romanzo originale un signore anziano legge dei diari a una signora anziana, si scoprirà che lei ha l'alzheimer e lui è suo marito. Lei non lo riconosce per la malattia ma lui le racconta la loro storia dalle "pagine della loro vita" e alla fine del racconto per pochi minuti lei lo riconosce e si ricorda di loro, dura poco, ma lui sempre ricomincia da capo per avere con lei quei pochi minuti.

Al di là del romanzo, molto romantico, un po' strappalacrime, ciascuno di noi scrive pagine della sua vita. Ogni giorno, ogni ora che passa scriviamo un nuovo pezzo del racconto che è la nostra vita, un libro, fatto da molte pagine.
Quelle del presepe dei nostri bambini sono pagine di libri che giungono quotidianamente nella nostra bibliocabina, così i personaggi del presepe rivestiti di quelle pagine, quelle storie, quelle parole si avvicinano alla mangiatoia di Betlemme.

E le storie che indossano i pastori sono quelle dei libri ma sono anche le nostre.
Ogni genere letterario ha spazio in questo presepe, ogni genere è di casa:
abbiamo il racconto romantico, il fantasy, la fantascienza, le fiabe e le favole, il romanzo storico, il giallo, il thriller, il romanzo rosa, quello di avventura.
Ma la nostra vita è fatta così:
qualche volta è un po' didascalica come un romanzo storico, altre volte è fatta di sogni, un po' fantasy, che ci riempiono di desideri e speranze, altre volte un po' fantascientifici ma che accompagnano le grandi invenzioni e le grandi scoperte di chi sa andare oltre la scienza del momento. Altre occasioni sono quelle delle avventure fuori dalla porta di casa o ai confini del mondo, giallo o thriller se non capiamo cosa ci succede attorno e bisogna ricostruire gli avvenimenti. E poi qualche volta c'è anche l'horror, quando ne capitano di tutti i colori o ne siamo noi causa, o il male altrui o nostro ci sovrasta e ci imprigiona.

Tutto questo, tutte le nostre storie, tutte le nostre narrazioni, tutte le pagine delle nostra vita sono in cammino verso quella mangiatoia di Betlemme.Anche essa (andate pure a vedere) è fatta di pagine scritte, così come lo sono Maria e Giuseppe, tutti e tutto, la creazione intera con la propria storia si incontra a Betlemme in questa notte.

Abbiamo ascoltato l'annuncio ad alcuni dei protagonisti, i pastori. Tra le letture proposte per il Natale avremmo potuto leggere la genealogia di Gesù: tre volte 14 generazioni che lo collegano ad Abramo per un totale di 42 nomi ciascuno con le sue pagine di vita, le proprie storie, le proprie narrazioni.
Ma è nel Vangelo previsto per la Messa del giorno, del 25, che troviamo il vertice, la comprensione per tutto, l'apice della storia che accoglie e rende uniche ma unite tutte quelle pagine.
È il prologo di Giovanni che annuncia con immensa solennità che «il verbo si fece carne». La Parola, il Logos di Dio, la sua comunicabilità si fa carne, si fa essere umano nella sua più vivida concretezza.
Nella mangiatoia di Betlemme non c'è un altro ammasso di parole, c'è La Parola, l'unica vera, bella, buona.

Tutte le pagine di vita, tutte le parole di narrazione e racconto che ci portiamo addosso e dentro sono destinate all'incontro con l'unica Vera Parola, fatta carne.
È in Lui che trovano senso i nostri sogni, in Lui che trova senso il nostro passato sia quello composto dalle vette di amore, sia quello degli abissi del peccato e del male, è in Lui che trova senso qualunque nostra perdita, in Lui che trova senso ogni nostra scoperta.
In Lui si realizzano le promesse.
In Lui si realizzano le profezie.
In Lui i pastori trovano realizzate le parole ascoltate dagli angeli.
In Lui noi possiamo realizzare ogni aspirazione al bene che sentiamo sorgere nella nostra esistenza. 

Da qui siamo chiamati anche a ripartire, a tornare come i pastori, a scrivere nuove parole, nuove pagine della nostra vita.
Non saranno mai più le stesse di prima, la lingua è cambiata.
Ora è quella scelta da Dio per noi e per il Figlio, Parola fatta carne:
la semplicità, la normalità, l'umiltà che ci aiutano a scrivere La Parola di Dio in ogni nostra parola umana.

 


 



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