Si può dare di più - IV Domenica di Avvento A
C'è una parola chiave che fa da sottofondo ai due testi principali di questa quarta domenica anche se è espressamente citata solo nel Vangelo. Si tratta di 'giustizia'. Ma attenti: parliamo di giustizia in senso biblico che è solo in parte sovrapponibile al nostro concetto occidentale di giustizia. Per noi la giustizia è quella dei tribunali, legata alla legge, ai codici, all'idea di 'fare giustizia' quando non addirittura di 'farsi giustizia'. Oppure l'altra idea di giustizia si manifesta nel motto latino 'uniquique suum' (a ciascuno il suo) l'idea retributiva della giustizia. Non a tutti lo stesso ma quello che ciascuno merita.
Il giusto in senso biblico è una persona integra, fedele alla legge di Dio, che vive secondo i suoi precetti, riconosce le proprie mancanze e cerca il Regno di Dio, confidando nella sua misericordia. Giusto è colui che ascolta e fa. Allora si apre un mondo nell'interpretazione di Giuseppe, del suo rapporto con Maria e con Dio. Sentendo la narrazione di Matteo rischiamo di interpretarlo in modo erroneo. Ci servono alcune premesse: il peccato/crimine di adulterio nell'AT prevedeva la lapidazione. Un uomo giusto che osserva i precetti di Dio di fronte a una donna adultera dovrebbe chiedere la lapidazione. Di Giuseppe si dice che proprio perché giusto invece non vuole accusare Maria in pubblico. E allora diventa chiaro che Giuseppe non vuole allontanare Maria perché si sente tradito, Giuseppe non ha mai lontanamente pensato a Maria come un'adultera, perché le crede. L'evangelista lo da quasi per scontato: "prima che andassero a vivere insieme Maria si trovò incinta per opera dello Spirito Santo". Giuseppe è giusto perché non vuole mettersi in mezzo ai piani di Dio, vuole lasciare fare. Ma Di gli chiederà di essere qualcosa più del giusto, ma lo vediamo tra un attimo…
Facciamo un salto a Isaia
Il Signore desidera concedere ad Acaz un dono per rassicurarlo nel suo regno. Per questo motivo, Dio stesso attraverso il profeta gli chiede di chiederglielo. Dio ha bisogno della nostra libera scelta, del nostro desiderio, della nostra volontà. L'Antico Testamento non è nuovo a questa modalità. Ricorderete Abramo che osa chiedere a Dio di risparmiare Sodoma per 50 giusti e poi negozierà fino a 10…
Acaz è libero di accettare o rifiutare la proposta del Signore. E la rifiuta: "non voglio tentare il Signore". Ritiene così di essere il vero credente, il giusto, colui che non mette alla prova Dio.
Ma il giusto (lo tzaddik) non è la figura migliore presentata nella bibbia, vi è lo Chassid, il misericordioso. Colui che si spende, che va oltre il necessario, oltre il dovuto, oltre il richiesto e ama. È quell'amore che nel greco dell'Nuovo Testamento verrà espresso con 'agape'.
A Giuseppe Dio chiede di più, di essere non solo giusto ma di essere misericordioso. Di amare oltre misura, oltre quello che crede di essere capace. Dio chiede a Giuseppe di non ritirarsi, ma di restare dentro la sua storia, quella storia che sembra troppo grande ma nella quale invece lui è importante, la storia di Maria, la storia di Gesù, la storia di Dio che si fa uomo.
E allora da qui è facile anche il compito per la prossima settimana: in cosa Dio mi chiede di non essere solo giusto ma misericordioso? In cosa della mia vita quotidiana sono chiamato a dare di più, a spendermi, oltre il necessario, oltre il dovuto.
Il giusto in senso biblico è una persona integra, fedele alla legge di Dio, che vive secondo i suoi precetti, riconosce le proprie mancanze e cerca il Regno di Dio, confidando nella sua misericordia. Giusto è colui che ascolta e fa. Allora si apre un mondo nell'interpretazione di Giuseppe, del suo rapporto con Maria e con Dio. Sentendo la narrazione di Matteo rischiamo di interpretarlo in modo erroneo. Ci servono alcune premesse: il peccato/crimine di adulterio nell'AT prevedeva la lapidazione. Un uomo giusto che osserva i precetti di Dio di fronte a una donna adultera dovrebbe chiedere la lapidazione. Di Giuseppe si dice che proprio perché giusto invece non vuole accusare Maria in pubblico. E allora diventa chiaro che Giuseppe non vuole allontanare Maria perché si sente tradito, Giuseppe non ha mai lontanamente pensato a Maria come un'adultera, perché le crede. L'evangelista lo da quasi per scontato: "prima che andassero a vivere insieme Maria si trovò incinta per opera dello Spirito Santo". Giuseppe è giusto perché non vuole mettersi in mezzo ai piani di Dio, vuole lasciare fare. Ma Di gli chiederà di essere qualcosa più del giusto, ma lo vediamo tra un attimo…
Facciamo un salto a Isaia
Il Signore desidera concedere ad Acaz un dono per rassicurarlo nel suo regno. Per questo motivo, Dio stesso attraverso il profeta gli chiede di chiederglielo. Dio ha bisogno della nostra libera scelta, del nostro desiderio, della nostra volontà. L'Antico Testamento non è nuovo a questa modalità. Ricorderete Abramo che osa chiedere a Dio di risparmiare Sodoma per 50 giusti e poi negozierà fino a 10…
Acaz è libero di accettare o rifiutare la proposta del Signore. E la rifiuta: "non voglio tentare il Signore". Ritiene così di essere il vero credente, il giusto, colui che non mette alla prova Dio.
Ma il giusto (lo tzaddik) non è la figura migliore presentata nella bibbia, vi è lo Chassid, il misericordioso. Colui che si spende, che va oltre il necessario, oltre il dovuto, oltre il richiesto e ama. È quell'amore che nel greco dell'Nuovo Testamento verrà espresso con 'agape'.
A Giuseppe Dio chiede di più, di essere non solo giusto ma di essere misericordioso. Di amare oltre misura, oltre quello che crede di essere capace. Dio chiede a Giuseppe di non ritirarsi, ma di restare dentro la sua storia, quella storia che sembra troppo grande ma nella quale invece lui è importante, la storia di Maria, la storia di Gesù, la storia di Dio che si fa uomo.
E allora da qui è facile anche il compito per la prossima settimana: in cosa Dio mi chiede di non essere solo giusto ma misericordioso? In cosa della mia vita quotidiana sono chiamato a dare di più, a spendermi, oltre il necessario, oltre il dovuto.



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