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Signore, Tu hai Parole di Vita Eterna (Sal 18)
Vegia Pasquale

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La Parola di Dio nel salmo 18 è definita: perfetta, rinfranca l’anima, stabile, rende saggi, retta, fa gioire il cuore, illumina gli occhi, pura, rimane per sempre, fedele, giusta, più preziosa dell'oro, più dolce del miele... Questo salmo ha ispirato il cero pasquale che quest'anno, come da 9 anni a questa parte, è ancora opera del Gruppo Giovani dell'Oratorio di Balerna. Devo ammettere che graficamente non è quello meglio riuscito, di sicuro non è il mio preferito; ma quelle parole scritte a mano, in diverse calligrafie dicono moltissimo delle Parole di Vita eterna del Signore, parole che solo Gesù può avere perché conosce la vita nuova ed eterna perché Lui è il Risorto, quelle parole che hanno una risonanza diversa e personale per ciascuno. La parola di vita nuova è certo UNA quella che risuona nella e dalla persona di Gesù. È la parola del Vangelo, è Gesù stesso in persona che ci nutre nell'Eucaristia. Ma quella parola è allo stesso tempo tante parole diverse che e

«Esserci»

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Carnevale 2024, vacanze scolastiche. In programma da più di un anno c'era un pellegrinaggio in Terra Santa con il Gruppo Giovani dell'Oratorio di Balerna. Un viaggio sognato e desiderato da tempo, attesissimo dai ragazzi e che finalmente nel corso del 2023 aveva individuato l'occasione adatta, le giuste congiunzioni, i fondi adatti e le situazioni perfette. Venti iscritti, venti biglietti aerei di andata e ritorno già acquistati, gli obiettivi e lo stile del viaggio in testa e il programma di massima in via di definizione. Inutile dire che a partire dal 7 ottobre 2023, man mano che i giorni passavano e si definivano i contorni dell'attacco di Hamas a Israele e la terribile reazione (ancora in corso) del governo Netanyahu, si comprendeva sempre di più come il pellegrinaggio sarebbe stato impossibile. Carnevale 2024, vacanze scolastiche. Non siamo a Tiberiade, Nazaret o Gerusalemme, ma buona parte del gruppo annunciato per la Terra Santa è a Roma. Una specie di anticipo d

Il tempio del corpo
III Domenica di Quaresima, anno B

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Es 20,1-17; Sal 18; 1 Cor 1,22-25; Gv 2,13-25 Gesù che scaccia i mercanti del tempio. Di solito ci si riferisce così al Vangelo di questa domenica III di quaresima. « Non fate della casa del Padre mio un mercato ». Possiamo stare a fare mille discorsi sulle reale necessità della presenza di quei mercanti al tempio. Esso per il suo funzionamento ha bisogno che qualcuno si occupi di procurare gli animali per il sacrificio (pecore e buoi, colombe,…), farina, focacce azzime, spighe di grano, olio o incenso per le offerte, il cambio della moneta civile con il siclo sacro del tempio,… Che i venditori fossero presenti nella parte esterna del tempio non era solo normale, ma necessario. Potremmo fare mille discorsi su questa necessità così come potremmo affrontare il rapporto tra Gesù e il tempio, tra il sacrificio degli agnelli pasquali e quello di Gesù sulla croce, potremmo stare ore a parlare delle profezie di Gesù sulla sua sorte, della morte e risurrezione (« parlava del tempio del suo co

Conquista la vetta chi porta a casa anche la discesa.
II Domenica di Quaresima, anno B

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Gn 22,1-2.9a.10-13.15-18; Sal 115; Rm 8,31b-34; Mc 9,2-10   Monte Moria e Monte Tabor. Sacrificio di Isacco e Trasfigurazione. Entrambi i racconti sono posti su una montagna. Il sacrificio di Isacco finisce senza sacrificio del figlio (ma con quello di un ariete). L'esperienza della trasfigurazione termina con il ritorno alla vita quotidiana. Da una parte abbiamo Dio che «mise alla prova Abramo», dall'altra abbiamo Gesù che «prese con sé» Pietro, Giacomo e Giovanni. Il cammino di scoperta di Dio che il racconto della Bibbia testimonia ha una evoluzione straordinaria. La comprensione che Dio non mette alla prova, non gioca con noi come al gatto e al topo, ma è un Dio che si prende cura. Dobbiamo ricordarci che i racconti biblici sono come un 'Diario' di un’esperienza. Dell'esperienza di un popolo con il suo Dio, con l'unico Dio, una storia in cui Dio esercita una straordinaria pedagogia per guidare il suo popolo alla conoscenza di una realtà inattesa comp

Tatto e contatto.
VI Domenica anno B

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Dt 18,15-20; Sal 94; 1 Cor 7,32-35; Mc 1,21-28  All'inizio della pandemia del covid 19 si diceva ne usciremo migliori… Oggi, non ne sono così sicuro. Non solo non siamo una società migliore (abbiamo esasperato discussioni, litigi, insulti, umiliazione dell'altro…) ma abbiamo anche perso, o quasi perso, o per lo meno ridimensionato una serie di gesti: abbiamo messo da parte il senso del tatto. Lo abbiamo ridotto, lo abbiamo certamente impoverito. Oggi anche una stretta di mano viene a volte evitata, dipende un po' dal contesto e dalla situazione. Nel Vangelo di questa domenica leggiamo di Gesù che tocca un lebbroso. Lo ripeto: Gesù,... tocca,... un lebbroso… È un'intesa scoperta che possiamo fare in tutto il Vangelo: Gesù tocca e si lascia toccare. Le parole che parlano del tatto e del toccare nelle varie declinazioni compaiono nei vangeli più di 30 volte.

Il servizio: temperatura della fede
V Domenica anno B

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Gb 7,1-4.6-7; Sal 146; 1Cor 9,16.22-23; Mc 1,29-39 Serve un Dr. House per l’anima, per lo spirito, per l’interiorità, per la fede. La serie tv medical in onda alcuni anni fa, raccontava di un fantomatico reparto di diagnostica in cui Gregory House, medico brillante e intuitivo quanto misantropo, sulla base dei sintomi e delle storie dei pazienti, diagnosticava le peggiori e più strane malattie, salvandoli da morte certa.

Gesù non vince l'Oscar per gli effetti speciali.
IV Domenica anno B

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 Dt 18,15-20; Sal 94; 1Cor 7,32-35; Mc 1,21-28 Il Vangelo di oggi chiude una lunga questione che nasce addirittura ai tempi di Mosé. Il popolo che era nel deserto in occasione dell'Esodo, dopo che erano fuggiti dall'Egitto e attraversato il Mar Rosso, ha avuto l'occasione di entrare e stare in contatto diretto con Dio. Ma l'apparizione di Dio in mezzo a fulmine, saette, fuoco ecc. incute timore al popolo che manda avanti Mosé, proprio come si fa quando si spinge in avanti qualcuno al proprio posto, smarcandosi e tirandosi indietro. Il popolo scelse di avere un mediatore, qualcuno che stesse in mezzo, che facesse da ponte. Poi nel Deuteronomio, (l'ultimo libro del pentateuco, la Torah), nel brano che abbiamo ascoltato come prima lettura, sentiamo che Dio promette che arriverà un tempo in cui ci sarà qualcuno che sarà quel mediatore definitivo, che dirà tutte le Parole, che parlerà definitivamente in nome di Dio.